Agenzia Hawzah News – Nel corso della nona “Scuola di Governance” a Qom, l’Hojjatoleslam Farhad Abbasi, vice responsabile della ricerca dei seminari, ha affermato che la scienza religiosa è efficace solo quando esce dall’astrazione e diventa modello operativo nella governance e nei comportamenti sociali. Ha avvertito che, se non orientata ai valori divini, anche la scienza religiosa può trasformarsi in una conoscenza neutrale e secolare.
Abbasi ha spiegato che la scienza religiosa collega verità e valori e influenza stile di vita e comportamenti, mentre la governance “soft” si basa su formazione culturale, motivazione e reti sociali, in contrasto con la governance “hard” fondata su coercizione e legge.
Egli ha delineato cinque fasi del modello soft di governance della scienza religiosa:
- produzione di conoscenza indigena fondata sulla Rivelazione;
- trasformazione dei valori in modelli applicativi;
- persuasione interiore attraverso argomentazioni scientifiche e sociali;
- analisi dei problemi emergenti e proposta di soluzioni adeguate;
- networking istituzionale tra seminari, università e società.
Ha evidenziato la necessaria sinergia tra ricerca e gestione sociale, affinché gli insegnamenti religiosi entrino nella vita quotidiana. Riguardo alle sfide contemporanee, in particolare il cyberspazio, ha affermato che il filtraggio non è la soluzione, mentre lo sono contenuti attrattivi, alfabetizzazione religiosa digitale e piattaforme indigene etiche.
Ha inoltre criticato le ricerche prive di impatto pratico, sostenendo che i modelli scientifici devono supportare i decisori politici. L’incontro si è concluso con una discussione sull’impatto della ricerca e sul ruolo della formazione del discorso nel cambiamento sociale.
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